Articoli
Mercatino
Newsletter
Links
Scrivimi


Vallisneria

Carmelo Fruciano

Ed eccoci qui a parlare di uno dei generi vegetali più amati (se non il più amato) dagli acquariofili: Vallisneria. Sebbene queste piante vengano vendute come Vallisneria spiralis (forme più piccole con foglie contorte) o Vallisneria gigantea (forme più grandi con foglie più larghe), e vi siano poi vari altri nomi latini con cui vengono commercializzate (Vallisneria asiatica, Vallisneria americana,…) le piante che troviamo nei negozi specializzati sono delle varietà ottenute mediante incroci e non appartengono quindi a nessuna delle suddette specie. Sarebbe quindi più corretto riferirsi a loro col termine generico di 'Vallisnerie' senza affibbiar loro un nome latino. D'altronde questa situazione è abbastanza comune a tutti i vegetali coltivati (non solo in acquariofilia). Altra cosa interessante è che il nome specifico "spiralis" non si riferisce alla forma delle foglie (sebbene ormai sia entrato nell'uso comune proprio ad indicare foglie ritorte) ma alle strutture riproduttive femminili. Infatti i fiori femminili, al momento della fioritura, sono portati fuori dall'acqua da un peducolo ritorto a mo' di spirale. I fiori maschili, invece, si staccano dalla pianta sott'acqua, raggiungono la superficie ove si aprono e si incontrano con i fiori femminili. Il frutto maturerà, poi, sott'acqua.

Per quanto riguarda la sua diffusione, il genere Vallisneria è diffuso principalmente nelle aree più calde del pianeta spingendosi fino a zone temperate.
Il genere è diffuso pure in Italia: ad esempio mi è capitato di trovarne piccoli gruppi in Sardegna nel fiume Tirso e recentemente me ne è stata segnalata la presenza nel lago di Castel Gandolfo a Roma (in particolare nella zona sud, ove è rilevabile anche a riva).

Sulla descrizione non c'è molto da dire, è conosciuta da quasi tutti, se non la conoscete chiedete al vostro negoziante che ne avrà di sicuro qualcuna: se vedete una pianta con le foglie lunghe a nastro, al 90% si tratta di una Vallisneria!

La coltivazione è semplicissima, come d'altronde fa intuire il vastissimo areale di distribuzione. Sopporta le più disparate condizioni fisico-chimiche dell'acqua. Per noi acquariofili basta sapere che la possiamo abituare in acqua fredda (da me in Sicilia stanno all'aperto tutto l'anno, pur essendo varietà acquistate in negozio) e che qualsiasi sia la durezza dell'acqua, essa si adatterà. Volendo dare condizioni ottimali (cosa sempre auspicabile) daremo luce di media intensità, un po' di ghiaietto fertilizzante sotto il ghiaietto normale, durezza media (intorno a 10°dGH). Le nostre Vallisnerie ci ringrazieranno crescendo e riproducendosi in fretta, diventando quasi invadenti. Come si sarà intuito dalla facilità di coltivazione, le Vallisnerie sono piante adattissime al principiante (secondo me sono forse le più adatte) che, senza spendere troppo, proverà le prime soddisfazioni anche con le piante e sarà invogliato a continuare, provando magari piante più esigenti (è la stessa cosa del mettere i Lebistes nel primo acquario). Essendo le Vallisnerie piante medio-alte le si porrà di solito nella parte posteriore dell'acquario, sebbene le forme più piccole in condizioni di cattiva illuminazione possano rimanere basse.

Concludo augurandovi di dover presto regalare Vallisnerie per eccesso di riproduzione, dando anche ad altri la possibilità di provare lo stesso piacere.

La Carmelo Fruciano Home Page è stata interamente realizzata da Carmelo Fruciano che ne detiene il Copyright sia dal punto di vista della realizzazione tecnica che dal punto di vista dei contenuti