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L'Acquario di Londra

Carmelo Fruciano (con l'aiuto di Alessia Mattielli)

 

Premessa

Vorrei con questo breve articolo condividere la mia visita all'acquario di Londra (London Aquarium)esponendone i pregi ed i difetti dal punto di vista di chi è acquariofilo e non semplice profano. Infatti, è piuttosto facile che chi non abbia mai avuto a che fare con il mondo dell'acquariofilia rimanga affascinato dalle grosse vasche con squali o Serrasalmus. Ben diverso è il caso in cui a visitare un acquario pubblico sia un acquariofilo che noterà anche le vasche pių piccole e lo stato di salute degli animali.

Come arrivarci

Arrivate in metropolitana alla fermata di Westminster, raggiungibile mediante le linee gialla (Circle line), verde (District line) e grigia (Jubilee line). Una volta usciti percorrete il ponte sul Tamigi e poi svoltate a sinistra, proseguendo troverete sulla vostra destra l'acquario. Sulla stessa strada che si imbocca dopo il ponte sono presenti la Satchi Gallery (una galleria d'arte contemporanea) e la ruota di Londra (London Eye) che č visibile da buona distanza e dall'uscita della metropolitana. Inoltre in zona sono presenti l'abbazia di Westminster ed il Big Ben e le piazze come Piccadilly Circus sono abbastanza vicine. Tutta queste attrazioni vicine rendono la visita all'acquario ideale anche per chi ha poco tempo a disposizione e non vuole vedere soltanto pesci!

Orari e prezzi

L'acquario di Londra è aperto dalle 10 di mattina alle 6 del pomeriggio (ma si può entrare solo fino alle 5). Il prezzo di un biglietto per un adulto è di 8.75 sterline ma sono previste facilitazioni per i bambini (sotto i 3 anni gratis, tra i 3 ed i 14 anni 5.25 sterline), gli studenti (6.50), gli ultrasessantenni (6.50), i disoccupati (6.50) ed i disabili (3.50). Inoltre esiste un biglietto per due adulti e due bambini al prezzo di 25 sterline, altre facilitazioni in caso di gruppi e la possibilità di una visita guidata (per un extra di 2 sterline). I suddetti prezzi ed orari sono in vigore nel momento in cui io scrivo questo articolo ma, per confermarli potete semplicemente visitare il sito ufficiale dell'acquario di Londra (purtroppo solo in inglese, ma se avete difficoltà con la lingua non esitate a scrivermi)

Servizio

Il personale a disposizione del pubblico è piuttosto limitato: nell'orario in cui si è svolta la mia visita ho visto solo tre persone all'interno dell'acquario ed una in biglietteria. Tuttavia il personale si dimostra cortese (cosa del resto molto diffusa nelle attrazioni di Londra) e pronto a venirti in contro, come nel caso del gentilissimo ragazzo della biglietteria che, dopo averci fatto un biglietto in più a causa di una incomprensione reciproca, ce lo ha prontamente rimborsato dicendo che non vi era alcun problema.

Vasche

L'acquario presenta due piani ed alcune vasche, le più grosse, sono visibili da entrambi i piani.

Subito dopo l'entrata è possibile ammirare delle vasche d'acqua dolce temperata relativamente grosse. Esse sono allestite cercando di ricostruire un ambiente di riva. Tra queste ricordiamo due grosse vasche con Ciprinidi (ad esempio alcuni Barbus ma anche altre specie non presenti in Italia) una delle quali presenta della vegetazione galleggiante con Lemna e Ceratophyllum. Un'altra vasca d'acqua fredda è quella ospitante un buon numero di storioni di medie dimensioni, arredata a mo' di canneto.

Proseguendo, sulla destra vi si troverà una vasca molto grande con pesci provenienti dall'Oceano Atlantico tra cui ricordo dei dentici, tante sogliole molto grandi, un branco di sgombri e gattucci di diverse dimensioni.

Andando avanti nel percorso si ritorna alle vasche dolci di ambiente temperato tra cui ricordo una vasca con carpe e dei Barbinus (non diffusi in Italia ma nell'Europa centro-settendrionale) che, per la loro coda rossa, ricordano i Barbus schwanefeldi; un'altra vasca, allestita a mo' di fontanile ospita delle carpe koi della lunghezza di circa 40-50 cm. Proseguendo sulla sinistra è possibile notare due acquarietti della capacità di circa 60 litri cadauno ospitanti uno un granchio cinese ed un'altro, prima nota dolente della visita, 3 ciclidi del lago Vittoria. Andando avanti si trovano due vasche con pesci di acque dolci temperate: una con Ciprinidi non diffusi in Italia ed un'altra, ricca di vegetazione in superficie, con un luccio di circa 80 cm di lunghezza ed alcuni spinarelli.

Poi si arriva ad una grossa vasca con squali ed altri grossi pesci tra cui ricordo un Monodactylus sebae. Vi sono poi altre due vasche ospitanti pesci un po' insoliti come delle piccole anguille che fanno capolino dal fondo. Proseguendo nella visita è possibile ammirare una vasca veramente grandissima in cui predominano gli squali tra cui vi sono specie di fondo (come alcuni gattucci ed uno squalo nutrice) e specie nuotatrici che sono poi quelle che appassionano maggiormente il pubblico (bambini e non).

Poi si entra in una sala con due vasche aperte ed abbastanza basse che ricostruiscono un ambiente sabbioso ed ospitano svariate sogliole e molte razze. Una di queste vasche ha una zona digradante con una parte asciutta presentante una sedia a sdraio ed un salvagente a simboleggiare evidentemente una spiaggia. In questa stessa vasca i visitatori possono toccare le razze che si dirigono apposta in superficie (questa secondo me non è una cosa del tutto corretta). Nella stessa sala è possibile ammirare due vasche (a mo' di oblo') una con delle uova di gattuccio e l'altra, con il fondo parzialmente coperto da Esacoralli Corallimorfari, ospitante i piccoli, lunghi 15-20 cm.

Uscendo da questa sala si passa alla zona dedicata agli ambienti d'acqua marina temperata a noi tanto familiari tra cui ricordiamo una grossa vasca (che purtroppo si distingue negativamente, a mio avviso, per la presenza di un simil-capitello) ospitante, oltre ad alcune attinie, un astice blu. Altre vasche della stessa zona sono quella con un forte moto ondoso ospitante pesci da noi molto comuni come saraghi e triglie, ed una vasca con delle seppie e svariate attinie sul fondo. Sempre nella stessa zona è possibile ammirare alcune vasche un po' più piccole con bavose, un'altra con degli Apogon, dei pesci ago e dei pesci trombetta, un'altra con scorfani e molte attinie (soprattutto Calliactis) che, purtroppo, non vengono segnalate nelle tabelle che indicano le specie ospitate (neo che si presenta in quasi tutto l'acquario). Inoltre, sempre in questa sezione è presente una vasca più grande con delle aragoste di notevoli dimensioni. Vi è poi una vasca con cozze (Mytilus galloprovincialis) e gamberi.

Poi è possibile rivedere la vasca con i grossi squali dal basso, e, nel momento in cui l'ho visto io, vi erano degli addetti che, in tuta da sub di rete metallica, sono entrati in vasca ed hanno alimentato (probabilmente anche per fare coreografia) gli squali.

Proseguendo nella visita si passa alla sezione dedicata alle vasche marine tropicali. Entrando nella sala sulla destra destra si possono ammirare due stupende vasche ricchissime di invertebrati molli e duri (sps ed lps). Nella prima, oltre a Sarcophyton, Sinularia, Attiniari, spirografi, Parazoanthus ed un paio di Tridacna, a farla da padrone sono le Acropora, presenti in diverse colorazioni, soprattutto viola e verde. Purtroppo, in questa come nelle altre vasche sono indicati solo i pur belli Zebrasoma flavescens che non rappresentano certo la migliore caratteristica di questa vasca. Nella seconda vasca, oltre ai molli in comune con la prima ed una Seriatopora hystrix, la maggior parte dello spazio è occupata da delle Montipora tipo capricornis (quelle che crescono "a piatto").

Sempre nella stessa sala è possibile ammirare una vasca dedicata ai cavallucci, ricca in Caulerpa che serva da punto di appoggio per questi meravigliosi Signatidi. Poi vi è una vasca dedicata soprattutto ad alcune grosse murene (accompagnate da uno Pterois di circa 35 cm ed un piccolo gattuccio) in cui purtroppo ci sono dei simil-cannoni; un'altra vasca della stessa sala è poi dedicata principalmente ai coralli molli (con Pseudochromis paccagnellae ed un Diadema setosum). Altra vasca, priva di invertebrati, è quella che ospita principalmente Balistidi (ed inoltre dei Centropyge, alcuni Labridi ed una Lactoria cornuta).

La successiva vasca della stessa sala rappresenta una lodevole eccezione: nei cartelli nei pressi della stessa sono indicati alcuni invertebrati; essa ospita Montipora, Acropora, Sarcophyton, tanta Xenia, della Caulerpa e, tra i pesci, uno Zebrasoma scopas ed un Naso lituratus. La sezione dedicata al marino tropicale comprende, infine, anche una vasca dedicata soprattutto a Crostacei ed una con diversi pesci pagliaccio (Amphiprion) con relative attinie.

Lasciata la sezione dedicata al marino tropicale ho visitato, non sensa un po' di difficoltà nel trovarla, la sezione dedicata agli ambienti d'acqua dolce tropicale. Appena entrati è possibile ammirare alcune vasche di medie dimensioni. Una di queste, riccamente piantata ed ospitante anche dei Corydoras, è dedicata al discus. Purtroppo devo dire che, non solo si trattava di forme selezionate in cattività (tra cui una varietà derivata dal Pidgeon Blood), ma soprattutto i pesci non dimostravano un perfetto stato di salute. Vicino a questa vasca ve ne sono una ospitante principalmente Phenacogrammus interruptus, un'altra con degli Xenopus laevis (purtroppo, almeno secondo me, presente anche la forma albinotica) ed una vasca ospitante dei Ciclidi del lago Tanganica (Neolamprologus brichardi e leleupi, dei quali i primi con prole, e Julidochromis sp.).

Si accede poi ad un corridoio nel quale vi è una vasca con Botia loachata, Kryptopterus bicirrhis, Trichogaster e Rasbora. Una vasca molto grande e riccamente piantata di Vallisneria gigantea è quella che ospita diversi grossi pirana (Serrasalmus nattereri). Un grosso paludario ospita poi un buon numero di tartarughe acquatiche (Pseudemys scripta) di buone dimensioni accompagnate da alcuni persico sole la cui presenza in una vasca di tartarughe stento a comprendere. Sempre nella stessa sezione è presente una vasca con pesci d'acqua salmastra, allestita a mo' di mangrovieto ed ospitante Monodactylus, Scatophagus, Tetraodon e Toxotes.

Continuando il percorso nella sezione dolce tropicale è poi possibile vedere una grossa vasca ospitante dei pacu e dei grossi Siluriformi ed, accanto ad essa, un'altra con Tetraodon mbu (se non ricordo male), Balantiocheilus melanopterus, Barbus schwanefeldi e Barbus conchonius. La penultima vasca della sezione ospita degli Anabas ed un esemplare di arowana dorato (Scleropages formosus). La sezione dolce si conclude con una grossa vasca dedicata ai Ciclidi del lago Malawi ospitante numerosissimi Pseudotropheus, Aulonocara, Melanochromis e Ciprichromis. Al termine della visita è inoltre possibile compilare un modulo con le proprie impressioni riguardo la visita.

Conclusioni

Il London Aquarium non si dimostra certo senza pecche.

Una di queste è la scarsa rilevanza nei cartelli esplicativi data agli Invertebrati che non siano Crostacei (è presente una sola vasca in cui vengono indicate alcune specie mentre nelle altre, pur essendo presenti tanti Invertebrati, non vengono segnalati). Non che questi bellissimi animali siano tenuti male, anzi, ma, tanto per fare un esempio, che senso ha allestire una vasca con migliaia di euro di Acropora e poi mettere solo il cartello "Zebrasoma flavescens"? Forse la presenza di altri cartelli esplicativi aiuterebbe a far appassionare più persone (dato che non tutti devono necessariamente essere affascinati dai pesci).

Altra pecca riguarda alcuni (in verità pochi) accostamenti predatore-preda come quello tra tartaruga acquatica e persico sole, accostamenti che, vista la diffusione che hanno certi animali, rischiano di essere antieducativi (il profano potrebbe dire tra se e se "Se lo fa l'acquario di Londra, perchè non posso mettere pesci e tartarughe insieme?").

Una cosa che invece io considero un neo ma che non è necessariamente condivisibile è la presenza di forme selezionate in cattività (come i discus o gli Xenopus albini) quando, secondo me, si dovrebbe cercare, specie quando si opta per la ricostruzione di ambienti simili a quelli reali, di mettere i morfi selvatici.

Infine, un'altra piccola considerazione riguarda i simil-manufatti che si trovano in alcune vasche. Mi riferisco a capitelli, cannoni e simili. Se è vero che l'uomo influenza con questi manufatti l'aspetto dell'ambiente acquatico, è anche vero che la frequenza con cui questi oggetti si riscontrano nell'ambiente reale è inferiore alla frequenza con cui essi si presentano nelle vasche dell'acquario. Insomma, combattiamo tutti contro l'innaturalezza di galeoni e scheletri nell'acquario casalingo e poi i grandi acquari pubblici ne devono fare bella mostra? Tutti questi errori (almeno io li reputo tali) sono, secondo me da ricondurre al desiderio di compiacere il pubblico, di esaltare l'aspetto spettacolare di un acquario: questa tendenza non va secondo me abbandonata ma messa in secondo piano rispetto alla visione dell'acquario come "pezzo di natura". Insomma, tanto per fare un esempio, nulla vieta di tenere grosse vasche con squali ma questo non non deve voler dire relegare dei Ciclidi del lago Vittoria in un'acquarietto di modeste dimensioni.

Finora, ne sono sicuro, il mio giudizio sull'acquario di Londra sarà sembrato fortemente negativo. In realtà mi posso dire soddisfatto della visita: le vasche sono tutte molto pulite e la quasi totalità degli animali scoppia di salute, la varietà di animali presenti è ottima come pure l'impatto scenografico (non solo per chi non ha mai avuto un acquario). In definitiva consiglio a tutti quelli che ne abbiano la possibilità di fare un salto all'acquario di Londra ed, eventualmente, scrivere nel modulo da compilare a fine visita le proprie critiche in modo che questa struttura, già ottima, migliori ulteriormente.

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