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Riflessioni sul comportamento sociale di Neolamprologus brichardi (Poll, 1974)

Carmelo Fruciano

 

Premessa

Quanto segue è da intendersi come mera riflessione su Neolamprologus brichardi derivata dalla lettura di parte della letteratura e dall'osservazione personale e non ha la pretesa di assurgere a verità assoluta. Prego anzi chi avesse notizie in proposito (siano esse critiche basate a loro volta su esperienze o letteratura che non conosco o siano conferme attendibili) di comunicarmele scrivendomi via e-mail.

Di cosa si parla?

Cito dal libro "Ciclidi dell'Africa Orientale" di H. Linke e W. Staeck un passo relativo a Neolamprologus brichardi: "[…] Le cure parentali di questa specie sembrano, secondo le attuali conoscenze, uniche nella famiglia dei Ciclidi in quanto gli avannotti crescono in una specie di tribù. I fratelli più grandi aiutano i genitori nelle cure parentali e nell'allevamento delle larve. Anche dopo aver raggiunto la maturità sessuale i giovani rimangono nel territorio dei genitori, cosicché, ad un certo momento, si assiste alla formazione di un gruppo tribale. Con ciò si spiega anche perché questo Ciclide in natura vive sempre in grandi gruppi.[…]"

Chiaramente in acquario, specie in vasche piccole e/o densamente popolate, un comportamento simile non è del tutto osservabile ma, in generale, risulta evidente una minore aggressività dei genitori nei confronti dei figli, pur cresciuti, rispetto a quella che riserverebbero ad altri conspecifici.

A cosa si deve questo comportamento?

Nei testi da me letti non è presente una possibile spiegazione al fenomeno pertanto provo a fare io delle ipotesi, pur sapendo che magari si potrebbe essere già giunti non solo a un'ipotesi ma addirittura a una spiegazione dimostrata. Un primo pensiero che potrebbe nascere da una lettura superficiale del passo citato suggerirebbe che questo meccanismo sia selezionato per dar luogo alla formazione di grandi gruppi e quindi godere dei vantaggi dei branchi (migliore possibilità di alimentazione e migliore difesa dalla predazione). In realtà Linke e Staeck si guardano bene dal dire ciò: essi infatti vedono questo comportamento come causa di formazione di grandi gruppi ma non vedono nella formazione dei gruppi una causa finale. Altre considerazioni che si possono fare per screditare questa frettolosa spiegazione sono:

  • Vi sono altri Ciclidi che vivono in gruppi ma non mostrano questo comportamento di formazione tribale.

  • Non essendo un comportamento diffuso in altre specie si può pensare con una certa attendibilità che si tratti di un comportamento selezionato recentemente mentre la vita di branco è un comportamento ampiamente diffuso e pertanto, per le stesse considerazioni, più antico.

  • Secondo me, invece, questo comportamento è selezionato per favorire l' inbreeding. Mi spiego: per inbreeding (tradotto in italiano col meno chiaro termine "inincrocio") si intende l'accoppiamento tra parenti. I suoi vantaggi sono quelli di mantenere i caratteri genetici selezionati più che l'outbreeding (esoincrocio) dato che i parenti hanno più caratteri in comune. Questo comportamento, ad esempio, è noto in molti uccelli che nidificano nel posto in cui sono nati aumentando così la possibilità di accoppiarsi con parenti (pur non essendo alto il rischio di accoppiamenti incestuosi). Il comportamento di Neolamprologus brichardi è poi, secondo me, legato alla sua discreta fecondità. Infatti pur non producendo un numero altissimo di figli ne produce un buon numero. In questo modo l'inbreeding limiterebbe i lati negativi di una discreta fecondità: una eccessiva variabilità genetica rispetto a un ambiente che muta abbastanza lentamente. La buona fecondità, producendo un numero maggiore di genotipi leggermente differenti, eviterebbe i rischi dovuti ad accidentali accoppiamenti incestuosi. Si configurerebbe così una sorta di bilancia inbreeding-fecondità che garantirebbe una alta congruenza all'ambiente con un modesto variare dei caratteri per adattarsi all'ambiente che, seppur lentamente, cambia (come previsto dalla teoria della Regina Rossa di Van Valen). In più si potrebbe supporre anche l'esistenza periodica o accidentale di fenomeni di dispersione che portino i componenti di una tribù ad accoppiarsi con quelli di un'altra e che i predatori svolgano funzioni di ringiovanimento genetico per il "principio del raccolto" applicato agli individui di una tribù che, diminuiti di numero, tenderebbero a far accrescere le tribù circostanti favorendo il loro diverso patrimonio genetico. In questo modo, alla delineata bilancia inbreeding-fecondità si affiancherebbero altri due meccanismi di aumento della variabilità genetica.

    Conclusioni

    Ripeto che quanto delineato è solo una riflessione fatta da me e non suffragata da troppi dati che andrebbero, invece, raccolti pazientemente sul campo e in letteratura.

    A presto

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